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Progettare contenuti per più dispositivi

Le aziende si trovano a gestire oggi una pluralità crescente di dispositivi e canali. Produrre varianti di uno stesso contenuto per ogni touchpoint di destinazione comporta un notevole dispendio di energie e costi, e il rischio di un’incoerenza fra i vari canali. A questi approccio multicanale possiamo contrapporre quello omnicanale: progettare un unico contenuto, modulare ed elastico, in grado di generare con opportune regole tutte le varianti necessarie. Ciò significa alimentare e gestire un’unica fonte di conoscenza, centralizzata e organizzata, in grado di preservare l’integrità dell’informazione, con notevole risparmio di tempi e costi. Attraverso esempi e case study, l'intervento mostrerà come progettare contenuti strutturati capaci di adattarsi a molteplici dispositivi.

Luca Rosati

Architetto dell'informazione freelance

Luca Rosati è architetto dell’informazione e user experience designer. Col suo lavoro cerca di semplificare l’interazione fra le persone e l’informazione negli spazi digitali e fisico-digitali. È tra i fondatori di Architecta, l’associazione italiana degli architetti dell’informazione, e autore di quattro libri sull’architettura dell’informazione. Ha collaborato all’UX design della app di Intesa Sanpaolo, valutata da Forrester Research come 'Global Mobile Banking Apps Leader' 2022.

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Come scrivere microcopy utile

Avendo iniziato a lavorare a Londra come UX Designer, ho imparato da subito a scrivere microcopy in inglese usando poche parole ma semplici ed efficaci. Poi sono tornata in Italia e, oltre ad essermi imbattuta in microcopy incomprensibili, ho dovuto io stessa iniziare a scriverle. Peccato però che l'italiano è una lingua molto più complessa, con più formalismi e più discorsiva. Vedremo insieme come rendere efficace la microcopy in italiano e come questi stessi principi possono essere applicati ad ogni lingua.

Maria Elena Calisi

Experience design Consultant @ Thoughtworks Italia

Maria Elena Calisi è una UX Designer formatasi professionalmente a Londra sei anni fa e tornata in Italia pochi mesi fa. Il suo obiettivo è quello di rendere la navigazione accessibile a tutti tramite le parole. Maria Elena ha studiato Arte Contemporanea e l'ha mixata all'Information Science, per poi imbattersi nella UX e rimanerne folgorata. Nel tempo libero va in giro per mostre e musei e ascolta musica rock anni 80.

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UX e Web sostenibile

Quanto è sostenibile la UX per il nostro Pianeta? Che si tratti di utilizzare Internet per lavoro, per accrescimento personale o semplicemente per staccarsi dalla realtà, tutto questo ha un costo e un forte impatto ambientale. Infatti, la prima frase citata nel Sustainable Web Manifest è la seguente: ''Se Internet fosse un Paese, sarebbe il settimo più grande inquinatore'. Progettare siti web sostenibili per l'ambiente significa tenere conto di parametri come velocità, performance e usabilità: ironicamente, si tratta di caratteristiche che gli utenti in primis premiano. Quindi perchè il web contribuisce ancora così tanto alle emissioni di CO2?

Valeria Salis

Software developer @ SparkFabrik

Da sempre appassionata di tecnologia e musica, sviluppo un'indole ibrida che mi porta ad iscrivermi alla facoltà di Informatica Musicale. Successivamente mi tuffo completamente nello sviluppo web. Nasco come backendista, in SparkFabrik entro a far parte del Drupal Team e una particolare sensibilità mi porta ad appassionarmi anche di accessibilità e sostenibilità.

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Come (non) affrontare un progetto cross-cultural, e collaborare con un team interculturale

Lavorare e collaborare con persone che vivono in altri paesi occidentali è di per sé un’esperienza che arricchisce: anche se i rituali lavorativi, il processo di sviluppo, e persino il processo creativo sono gli stessi, ci sono dei dettagli che ti fanno percepire l’altra cultura. Per esempio, praticamente tutti (tranne chi vive in Italia) amano la pizza all’ananas 😄 🍕🍍 Ma cosa succede quando il tuo cliente è di una cultura completamente diversa, e devi sviluppare un prodotto per un mercato che hai ignorato fino ad oggi? Voglio raccontarvi com’è andata con un cliente dell’Asia Meridionale, dalla fase di progettazione fino alla fase di sviluppo, quali ostacoli ho incontrato e cosa ho imparato da questa esperienza. Anche se lavorare con team interculturali e creare un prodotto per un mercato estero non è qualcosa che fate tutti i giorni, abbracciare il concetto di cross-cultural design come un insieme di metodologie, può darvi buoni spunti su come migliorare la qualità di un prodotto ed aumentare l'efficienza del team.

Michela Frecchiami

Designer @ Nebulab

Sono una XXX designer (aggiungeteci quello che volete: Web, UI/UX, Product) e dal 2019 lavoro in Nebulab, dove ho scoperto che non aveva senso incasellare il mio ruolo in una parola specifica. Mi piace definirmi la connessione tra design e sviluppo, con lo scopo di facilitare e massimizzare la collaborazione tra questi due mondi. Da sempre incuriosita da culture lontane dalla mia, ho la fortuna di lavorare con persone di diverse nazionalità, e questo amplifica il mio punto di vista, sia sul design che sulla collaborazione.

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Customer Centricity: il ruolo della User Experience nel mercato delle aste online

Scopriamo l’impatto della User Experience attraverso un caso pratico, il redesign di un portale di aste online. Un progetto completamente user centered che ha visto UX e design interagire con gli stakeholders aziendali per proporre una nuova esperienza nella ricerca e acquisto di un immobile all’asta. Una strategia fondata sull’ascolto e la partecipazione degli utenti attraverso interviste, workshop e user test. Analizziamo il modo in cui strumenti come chatbot o knowledge base possano impattare sia sui processi aziendali che sulle conversioni.

Danilo Africano

UX Specialist @ abilio

Sono appassionato di psicologia cognitiva e antropologia culturale, sempre alla ricerca delle ultime novità nel campo tecnologico. Mi sono formato professionalmente a Londra e attualmente mi destreggio tra la ricerca utente e l'ottimizzazione dei tassi di conversione. La CRO è il mio pane quotidiano, ma la mia creatività trova sfogo anche nel design e nella grafica. Mi definisco un abile cacciatore di dati, costantemente impegnato nell'analisi e nell'interpretazione per migliorare continuamente i risultati. Unisco la mia passione per la psicologia, la tecnologia e il design in un mix esplosivo di creatività e conoscenza.

Federica Mucci

UX Reseacher & Designer @ abilio

Lavoro da 3 anni per Abilio, società del gruppo illimity bank. Sono una UX Researcher specializzata in analisi e ricerca, con un occhio per la scrittura e per l'armonia dei contenuti. Nel mio percorso ho studiato Informatica per il Management e da un esame di psicologia cognitiva in ambito di reti ho capito quale fosse la mia strada! Ho molte passioni ma prima tra tutte il cinema.

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3 errori da evitare nella valutazione della UX di un prodotto

Aspettative, obiettivi, emozioni: come analizzarle nella progettazione e analisi di un prodotto digitale? Impara a progettare un usability testing in modo scientifico, bilanciando standardizzazione per la raccolta e analisi dei dati e personalizzazione. Approfondiremo assieme:

  • Come costruire un test di usabilità, dal campionamento alla stesura delle domande;
  • Perché le scienze comportamentali sono la disciplina fondamentale per chi lavora nella UX;
  • A evitare i bias cognitivi che possono far raccogliere dati poco precisi.
  • Matteo Tibolla

    UX Researcher @ TeamSystem

    Di formazione sociologo, è UX Researcher e consulente. A seguito dell'esperienza nel campo del neuromarketing, si specializza in User Experience e web usability. Nel 2023 pubblica il libro 'User Experience Research. Scienza e principi guida per esperienze online efficaci'

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    UX Research d’impatto - Guadagna la fiducia dei tuoi stakeholder

    Proporre ricerca utente non è semplice. Come trasmetterne il valore quando ci sentiamo dire dagli stakeholder un grande 'no grazie' oppure un 'lo faremo più avanti'? E come gestire le aspettative di chi invece è così entusiasta da voler fare ricerca su qualunque aspetto del prodotto perdendo di vista le reali priorità? In entrambi i casi, rischiamo di compromettere il risultato finale della ricerca. Hai bisogno di gestire al meglio le aspettative degli stakeholder nelle varie fasi del progetto, coinvolgendoli fin dal primo momento. In Belka ci occupiamo di ricerca utente da qualche tempo ormai, con un ritmo di 15 progetti e più di un centinaio di utenti intervistati all’anno. Nel lavoro di tutti i giorni abbiamo individuato dei tratti comuni per riconoscere le tre personalità di stakeholder più frequenti che puoi incontrare. Sappiamo come confrontarci con loro e come creare un piano di ricerca insieme. Non conta quanto interessanti siano i tuoi insight se i tuoi stakeholder non sono pronti ad ascoltarli o se hanno un’aspettativa sbagliata sull’impatto che possono avere sul prodotto. Curare la comunicazione fin dall’inizio abbassa il rischio che il frutto del tuo lavoro rimanga un report pdf che nessuno leggerà. Con le giuste attenzioni puoi aumentare l’impatto della tua ricerca e ottenere una maggiore considerazione dei tuoi risultati. No, non è uno scherzo.

    Maria Sole Biondi

    UX Research & Design @ Belka

    Lavoro come UX Researcher in Belka e trascorro le mie giornate tra domande e insight: traccio collegamenti tra le azioni e i racconti degli utenti per prendere decisioni informate sullo sviluppo di prodotti digitali.

    Sara Fazzini

    Research & Strategy @ Belka

    Mi occupo di Ricerca utente e Strategia in Belka. Cerco di capire quando è il caso di fare ricerca (e quando no), per aiutare a prendere decisioni migliori su un prodotto digitale. Non uso Figma, uso i post-it e ti faccio tante domande.

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    Il designer è il problema, il design è la soluzione

    Il design, come metodo progettuale, ha tutti gli strumenti per rendere il web più accessibile. Il problema è il designer, inteso come essere umano che volontariamente decide di non preoccuparsi delle persone. Col modello sociale, la disabilità diventa uno stato di svantaggio che deriva da una mancanza di adattamento tra un corpo e il suo ambiente sociale. Noi designer progettiamo “spazi sociali”, dove le persone entrano in contatto con la comunità e accedono alle informazioni. Di conseguenza l’interfaccia diventa la porta di accesso a quelle informazioni, ed è nostro compito mantenerla sempre aperta, adattandola ad ogni esigenza. Quando non accade stiamo creando una situazione invalidante, perché creiamo una barriera tra le persone e quelle informazioni. Per cui la disabilità è causata da una mancata corrispondenza tra il design e la persona. Per prevenire questo, infine alcuni suggerimenti pratici diventeranno la chiave per mantenere sempre aperta la porta alle informazioni.

    Girolamo Giannatempo

    UX/UI @ Paperplane factory - Founder di foreveryone.design

    UX/UI designer con un forte background in brand e visual design. Da sempre appassionato di colore, di come ragionano le persone e di nuovi modi per conquistare il mondo. Ho sempre voluto fare qualcosa che potesse impattare positivamente nella vita delle persone; il design e l’accessibilità mi hanno dato questo super potere. In rete mi trovate come G&SANS

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    Il Grande Disincanto

    “Ethical design è un’espressione che mi lascia interdetto. Mi fa sentire giudicato.” è una delle risposte più significative che abbiamo raccolto intervistando i nostri stakeholder primari. Ma anche “Inclusione è una parola che esclude: chi e come si decide chi è dentro e chi è fuori?” Abbiamo perso il conto delle epifanie (o anche “docce fredde”) che abbiamo avuto lungo il nostro percorso, nel tentativo di progettare eticamente e per un impatto positivo. Gli esperimenti, le false piste e le frustrazioni sono stati tanti e una cosa l’abbiamo capita: non finiranno mai. Quindi abbiamo deciso di chiedere a colleghe/i a che punto fossero arrivati anche loro. Chissà, magari le difficoltà sono solo nostre e c'è chi ha già capito tutto. Mentre scrivo questo abstract, stiamo preparando il questionario e alla conferenza racconteremo il quadro che possiamo delineare grazie alle risposte raccolte: fallimenti e successi, schiaffoni e complimenti, i tanti dubbi e, speriamo, qualche importante certezza incoraggiante. Nonostante (ma anche grazie a) tutto questo, abbiamo il privilegio di fare uno dei mestieri più belli del mondo.

    Ilaria Mauric

    Head of Design @ Tangible

    Sono socia, Impact Manager e Head of Design di Tangible. Come socia, contribuisco alla definizione della nostra vision, allo sviluppo e consolidamento della nostra cultura aziendale e al posizionamento del nostro brand, attività che alimentano quotidianamente la mia motivazione. Come Impact Manager, insieme ai miei colleghi del BCorp team, analizziamo, implementiamo e misuriamo l'impatto delle iniziative collegate ai nostri obiettivi di beneficio comune, che poi rendicontiamo nel nostro report d'impatto. Come Head of Design, supporto i nostri team a progettare secondo processi e metodi humane-centered, attenti agli impatti sui sistemi sociali e ambientali e basati sulla collaborazione con clienti e stakeholders.